Il bilanciamento del bianco in fotografia
Analisi dettagliata sul bilanciamento del bianco in fotografia, con esempi pratici ed immagini esemplificative.
Il Bilanciamento del bianco in fotografia, per riassumere al massimo, è la correzione delle dominanti di colore date dalla fonte di luce in uno scatto fotografico. Per contrastare questa dominante la fotocamera applica un "filtro" del colore opposto alla tonalità che deve contrastare, in modo da ottenere dei colori il più naturali possibile. Per capire meglio questa definizione, dobbiamo procedere per punti:
La luce ha un colore?
Il primo punto che bisogna chiarire per studiare il bilanciamento del bianco è che la luce ha sempre un colore ed in fotografia è espresso in gradi Kelvin. Questo colore dipende da diversi fattori: nel caso di luce naturale il colore cambia in base alle condizioni del sole (visibile, coperto, tramontato), nel caso di luce artificiale cambia in base alla tipologia di lampada utilizzata (tungsteno, led, fluorescenza, etc). Il cervello umano, nel corso dell'evoluzione, ha imparato a correggere molto bene queste variazioni di colore, in modo da permetterci sempre la miglior visione possibile, quindi è probabile che molti di voi non abbiano mai avuto consapevolezza di questa cosa.
Come i nostri occhi, anche la fotocamera ha un cervello che la aiuta a capire la scena, quindi di solito i colori che otteniamo sono praticamente perfetti, ma ci sono delle eccezioni. Con particolari condizioni luminose si rischia di avere un bilanciamento del bianco sbagliato. L'errore può essere di due tipi, il primo è di trovarsi con una forte dominante di colore data dalla luce, il secondo è quello di trovarsi con una luce d'atmosfera completamente annullata da un bilanciamento eccessivamente "naturalizzante", come nell'immagine di seguito, dove un suggestivo tramonto è stato completamente rovinato da un bilanciamento del bianco "naturalizzante". Per chi volesse approfondire le altre differenze tra occhio e fotocamera (e come il cervello agisce sul processo), invito a leggere l' articolo dove si analizzano le differente tra osservare e fotografare.
Che colore ha la luce?
La luce può essere di due tipi, diretta e indiretta. Nel caso della luce diretta l'esempio da cui partiremo è la luce solare, che con una
temperatura di 5500° Kelvin è definita luce naturale, ed è quella a cui siamo più abituati. Quando il sole non è presente, l'uomo ha inventato la luce artificiale.
Il primo esempio di luce artificiale è il fuoco, inizialmente sotto forma di falò e successivamente in candele. La temperatura del colore della luce del fuoco è di circa 1000° Kelvin
ed è definita luce calda, in quanto è associata al tepore del fuoco. Psicologicamente la luce calda è più confortevole, crea più senso di focolare, anche se in
realtà è una luce molto debole e fredda (vedremo in seguito perché).
Avanzando con le tecnologie sono state inventate moltissime forme di illuminazione artificiale, ognuna con una diversa temperatura di colore ed ognuna con un preciso
scopo.
La luce a fluorescenza (tipo neon) ad esempio ha una temperatura di circa 4000° Kelvin ed è l'incubo di ogni fotografo, in quanto se per l'occhio è una luce bianca,
in foto ha la tendenza a diventare verde.
Per fare un altro esempio la luce a led può avere qualsiasi colore si voglia, si parte da toni caldi fino ad arrivare al blu come nel caso dei fari delle automobili,
raggiungendo temperature di oltre 8000° Kelvin. Tutte le luci sopra i 6000° Kelvin sono definite luce fredda in quanto, con le loro tonalità azzurre,
psicologicamente ci ricordano l'assenza del sole, la neve ed il ghiaccio.
Come possiamo vedere chiaramente nell'immagine di seguito, il colore delle diverse fonti di luce è chiaramente percepibile. Si può notare il ponte, illuminato
da luce naturale presumibilmente led (luce bianca), gran parte della scena illuminata da lampadine ad incandescenza (luce gialla), alcuni edifici e parte del
litorale illuminate da lampade a fluorescenza (luce verde).
Dopo questa carrellata sulla luce diretta, parliamo della luce indiretta. La luce indiretta può essere di due tipi, filtrata e riflessa. La luce filtrata è una luce che viene colorata dal passaggio attraverso una superfice. I filtri più classici sono quelli che vengono messi davanti alle luci di un concerto per colorarle o attraverso i vetri colorati di una finestra. Ritengo che questa luce sia di atmosfera, quindi non deve mai essere "eliminata" dal bilanciamento del bianco.
La luce riflessa è quella che rimbalza su una superfice ed acquisisce un colore. La luce riflessa a cui siamo più abituati è quella del cielo dopo il tramonto. Allo scendere del sole la luce non arriva più in maniera diretta, ma rimbalza sull'atmosfera assumendo una forte tonalità azzurra (il cielo è blu e colora la luce di blu). Questo fenomeno si ha anche nel caso di ombra, anche se in modo molto meno evidente. Un altro esempio di luce riflessa è quello del sole che, rimbalzando su una parete colorata, riflette il colore sul soggetto. Un esempio pratico potrebbero essere i pannelli riflettenti dorati che usano i fotografi per scaldare la luce del sole e ridurre le ombre. Anche in questo caso si tratta di luce di atmosfera, quindi secondo me non deve mai essere "eliminata" dal bilanciamento del bianco.
Imparare a riconoscere i colori della luce è fondamentale per ogni fotografo. Generalmente non risulta necessario correggere il bilanciamento del bianco delle fotocamere moderne, in quanto il risultato il più delle volte è generalmente corretto, potremmo però voler enfatizzare una certa atmosfera, oppure potremmo trovarci in uno dei rari casi in cui il processore della fotocamera fraintende la scena. Quanto descritto sopra è solo un accenno, ma fortunatamente con l'osservazione potrete facilmente allenare l'occhio del fotografo a trovare le dominanti date dalla fonte di illuminazione ed imparare ad enfatizzarle o a correggerle. Ma come fare?
Cosa sono le dominanti di colore?
Come ampiamente descritto in precedenza, le dominanti di colore che ci impongono di ricorrere al bilanciamento del bianco sono legate alla colore della radiazione di ogni sorgente luminosa. Per spiegare meglio questo fenomeno, abbiamo realizzato lo schema qui a fianco, dove si possono osservare le lunghezze d'onda visibili ad occhio nudo e dove si posizionano le diverse fonti luminose. Osservando il grafico, però, forse vi sarete accorti di alcune cose strane:
- Innanzitutto la luce rossa è più fredda della luce blu, nonostante psicologicamente siamo abituati a pensare il contrario. Non stiamo infatti parlando di sensazioni, ma di fisca. Senza andare troppo nel dettaglio, un corpo che si scalda emette luce, come nel caso delle lampadine, dove il filamento di tungsteno diventa incandescente, diventando luminoso
- Un corpo caldo, come un fuoco, emette una luce tendente al rosso, ma all'aumentare della temperatura i colori iniziano a tendere verso il bianco e poi il blu. I gradi Kelvin inizialmente utilizzati per definire la temperatura della radiazione luminosa di corpi estremamente caldi, come il plasma o le stelle. In questo contesto la luce rossa ha una temperatura più bassa di una luce blu
- In secondo luogo la luce del sole a mezzogiorno è considerata più naturale rispetto a quella di una giornata leggermente nuvolosa. Questo dipende dal fatto che le nuvole riflettono l'azzurro del cielo, aumentando (spostando verso il blu) la temperatura del colore dei raggi solari che arrivano a terra e che si rifraggono nelle nuvole
- Nelle ore successive al tramonto, tutti i toni dell'azzurro si spostano sempre più verso il blu, fino ad arrivare al blu scuro del cielo notturno
Qui a fianco possiamo vedere una scala di colori e di temperature, la cifra indicata sulla barra colorata è espressa in gradi Kelvin e corrisponde alla temperatura che un corpo nero dovrebbe raggiungere affinché la radiazione luminosa emessa da quest'ultimo appaia cromaticamente più vicina possibile alla radiazione considerata (wikipedia). Per semplificare al massimo possiamo immaginare di avere un pezzo di metallo, il corpo nero a cui ci riferivamo prima, perché il metallo non emette nessuna luce in condizioni normali. Iniziamo a scaldarlo, una volta raggiunta una temperatura di circa 1800°, il colore del metallo diventerà rosso. Scaldandolo sempre di più la luce emessa dal metallo inizierà a diventare arancione, poi tenderà sempre di più verso il bianco. Ad un certo punto questo metallo si fonderà, ma ipotizziamo che non succeda. Continuando a scaldarlo, arrivando a temperature altissime, il colore inizierebbe a diventare azzurro, poi blu.
Alla luce di questi fatti, stiamo attenti a non confondere la temperatura "psicologica", in cui il rosso ci sembra un colore caldo ed il blu un colore freddo con la temperatura della radiazione. Quando parliamo di bilanciamento del bianco stiamo parlando della temperatura della luce emessa da un corpo caldo, il sole, un fuoco o l'interno rovente di una lampadina, qui la temperatura è il contrario di quello che naturalmente siamo portati a pensare.
Come funziona il bilanciamento del bianco?
Per poter contrastare la dominante di colore che la luce ambientale attribuisce
alla scena, il software della fotocamera inserisce un filtro del colore
opposto, in modo di neutralizzare le variazioni cromatiche.
Considerato che il bianco è il colore più facilmente individuabile per
verificare che la tonalità sia corretta, da qui nasce il nome "bilanciamento del bianco",
anche se sarebbe più corretto parlare di "bilanciamento del grigio",
in quanto il bianco puro, in fotografia, corrisponde ad una
zona troppo sovraesposta, bruciata, quindi tecnicamente errata.
Come potete notare dall'immagine a sinistra, per contrastare il rosso del
Tungsteno 3200°K (le classiche lampadine con il filetto incandescente, ormai sempre più spesso sostituire dalle lampadine led)
il software della fotocamera applica un filtro blu. Di contro, per bilanciare
una tendenza all'azzuro, come quella del cielo nuvoloso, subentra una leggera
dominate rossastra.
A sinistra dell'immagine potete vedere un gradiente colorato, che rappresenta il colore della luce corrispondente ad una determinata temperatura, che deve essere annullata da una dominante di colore opposta, che potete vedere nella parte col coniglio. La foto è stata scattata con luce ambientale, che entrava dalla finestra in una giornata di cielo sereno, infatti potete notare che la parte centrale è quella che ha i colori più corretti e naturali. L'ideale sarebbe una tonalità intermedia fra 5200°K e 6000°K, infatti 5500°K è esattamente la temperatura colore corrispondente ad una giornata normale di sole a mezzogiorno.
Bilanciamento automatico del bianco:
La macchina fotografica stima il colore dominante della scena e cerca,
mediante un algoritmo, di identificare in automatico il bilanciamento
più appropriato. Nel caso in cui la scena che stiamo fotografando
tenda ad avere toni molto caldi (ad esempio un tramonto),
oppure nel caso di illuminazione mista solare/artificiale, si corre
il rischio di avere una lettura errata, con la conseguenza di
ottenere colori non realistici. È un evento raro, ma non impossibile.
Se scattate con un cellulare o con una fotocamera compatta, verificate sempre che il bilanciamento del bianco sia impostato in automatico, in caso contrario dovrete
ripassare tutte le fotografie con un programma di fotoritocco. Anche se scattate con una reflex dovreste ricordatevi di controllare che il bilanciamento del bianco
sia in "automatico" o che sia adatto alla scena che state riprendendo, ma è molto meno importante considerato che la correzione del bilanciamento del bianco,
nel caso di una fotografia in formato RAW può essere corretto in un secondo momento senza nessun problema, se non una piccola perdita di tempo.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: scattate in RAW, anche per evitare problemi di bilanciamento del bianco,
scattando in questo formato infatti riuscirete a recuperare tutte le informazioni colore e bilanciare il bianco in fase di sviluppo digitale.
Clicca qui per leggere l'articolo in cui spieghiamo cosa sono i file RAW
e quali benefici porta scattare in questo formato.
Bilanciamento manuale del bianco:
Il bilanciamento manuale del bianco consiste nell'impostare sul menù della fotocamera la giusta
impostazione per le condizioni di luce in cui stiamo fotografando, scegliendo tra una lista
stabilita dal produttore della macchina fotografica. Se attivate il bilanciamento del bianco in manuale
ricordatevi sempre di controllare che le condizioni di luce non siano cambiate, specialmente se scattate all'aperto.
Non potendo descrivere come attivare l'impostazione su tutte le fotocamente esistenti, vi invito a leggere il manuale della vostra fotocamera.
NOTA BENE: considerando la crescente qualità
delle fotocamere integrate nei telefoni, spesso è possibile impostare il bilanciamento del bianco manualmente anche sul cellulare.
In condizioni di luce atipica avrete sicuramente fotografie migliori selezionando un bilanciamento del bianco coerente con la scena.
Bilanciamento del bianco tramite software di fotoritocco
Questa parte si riferisce alla correzione di una fotografia in formati compressi, se avete una fotocamera professionale e scegliete di scattare in RAW, semplicemente non vi riguarda.
Il problema principale del bilanciamento del bianco mediante software è che, anche se nelle piccole correzioni il risultato sia più che accettabile, cercare di rendere i colori perfettamente naturali in uno scatto in cui sia stato impostato un bilanciamento del bianco completamente sbagliato risulta quasi impossibile. Il motivo di questo inconveniente è che, se impostate una temperatura di colore completamente sbagliata, nel momento in cui la fotografia viene salvata andrete a perdere una quantità di informazioni troppo elevata per un recupero perfetto.
Qui di seguito potete vedere tre fotografie. La prima fotografia è sbagliata, infatti è stato impostato un bilanciamento Tungsteno, che applica un forte
filtro blu all'immagine, andando ad annullare completamente i toni arancioni dell'autunno.
La seconda fotografia è una correzione della prima partendo da un file RAW. Impostando il bilanciamento del bianco su "sole", la foto diventa molto più bella,
i colori dell'autunno si accendono, ma le piccole macchie di cielo sullo sfondo mantengono la loro tonalità azzurra.
La terza foto è un tentativo di recupero con Gimp della corretta tonalità, partendo sempre dalla prima foto, ma in formato compresso.
Il risultato non è nemmeno male, ma le pigne e lo sfondo perdono completamente i toni azzurri, rendendo la foto meno piacevole.
Bilanciamento del colore
Da non confondere con il bilanciamento
del bianco, il cui scopo è quello di riportare il bianco al suo
colore neutro, il bilanciamento del colore si utilizza per riportare i colori
il più fedeli possibile a quello che il fotografo ha visto nel momento dello scatto.
Se provate a pensare ad un tramonto, la dominante rossa della scena non
deve assolutamente essere eliminata. Lo stesso ragionamento vale con le
luci dorate che seguono l'alba o la dominante blu nelle fotografie notturne.
Se dovessimo lasciare il bilanciamento del bianco impostato su automatico,
rischeremmo di trovarci con una fotografia a cui viene tolta tutta l'atmosfera "magica"
che la luce corretta è in grado di dare. Vi consiglio in questo caso di utilizzare un programma
di fotoritocco per andare addirittura ad enfatizzare certe dominanti, giocando anche con la saturazione,
in modo da creare un effetto psicologico che porti l'osservatore a sentirsi maggiormente coinvolto nella scena.
Sperando che il nostro tutorial sul bilanciamento del bianco in fotografia sia stato chiaro, prima di salutarti ti ricordiamo che puoi leggere le nostre guide sulla teoria e la pratica fotografica. In alternativa, è possibile navigare le diverse sezioni del sito dal menù di seguito. Se lo ritieni opportuno, puoi darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici.